Le ceneri di Dresda

15 giorni di vita al Califfo

Appena verificata la crisi in Crimea abbiamo scritto che occorresse mantenere una particolare prudenza nei confronti della Russia e non solo per le ragioni storiche e politiche del contenzioso con l’Ucraina, ma perché l’Occidente non si poteva permettere di aprire un fronte orientale avendone scoperto uno esteso dalla Libia alla Siria. La scelta di ritirare le truppe in Iraq dal 2011da parte della presidenza Obama si era rivelata precoce, perché con una rivolta in Siria che univa tutte le forze sunnite contro il regime sciita di Assad, i sunniti iracheni, cacciati dall’amministrazione del loro paese avrebbero potuto collegarsi a quelli siriani per liberarsi dei loro rivali nella Regione. Obama non prendeva sul serio il nascente Stato islamico ed ecco la situazione in cui ci si è trovati fino all’attacco compiuto a Parigi nel cuore dell’Europa dopo che se ne sono consumati in Tunisia, in Egitto, in Nigeria, in Turchia, a dimostrare la capacità di richiamo e di mobilitazione del califfato. La disfatta dei servizi di sicurezza francesi, rivela drammaticamente la fragilità delle nostre difese. Può darsi che domani si sappiano trovare misure più adeguate, intraprendendo un’azione preventiva di intelligence per ora fallimentare. Il problema è che la guerra su cui pure ci si interroga è già stata dichiarata e già impegna i nostri uomini e mezzi. Bisogna solo decidersi a vincerla, perché dire che ci vogliono più di 15 nazioni e almeno 15 anni per abbattere lo Stato islamico, è una sconfitta. Al Baghdadi si vanta di questa sua superiorità dichiarata ogni volta che apre bocca. L’America una volta entrata nel secondo conflitto mondiale, riuscì ad abbattere il nazismo in meno di tre anni. Come si può pensare di concederne 15 ad un’armata di tagliatori di teste come l’Is? Quando le truppe naziste entrarono a Parigi non si misero a sparare sulla popolazione francese indiscriminatamente come hanno fatto i terroristi di venerdì scorso. Spietata o meno che si voglia, serve una risposta militare che consenta di catturare il Califfo a costo di distruggere le sue roccaforti pietra su pietra. Americani ed Inglesi incenerirono Dresda a guerra praticamente vinta, oggi non sono in grado nemmeno di verificare se hanno ucciso o meno il boia che si fa chiamare Jihad John. Per questo serve subito un’intesa con Putin. Il futuro di Assad oramai è un problema minore. Se non si schiaccia in 15 giorni il califfato non ci sarà più una Siria. Una volta che dello Stato islamico resteranno solo le ceneri di Dresda, sarà più facile sgominare anche i suoi accoliti europei e più difficile istruirlo. Russia ed America sembra che abbiano dimenticato di come Roosevelt e Stalin si alleassero per vincere il prima possibile la seconda guerra mondiale. È ora di ricordarselo.

Roma, 16 novembre 2015